Il neologismo Geourbanistica nasce nel solco dello spatial turn, corrente di pensiero interdisciplinare, che riconosce la dimensione spaziale quale chiave di volta per analizzare le cause e le dinamiche di qualunque accadimento sociale. Si tratta di un approccio innovativo alla progettazione urbana e territoriale incardinato sulle competenze di analisi territoriali proprie della Geografia e quelle tecnico-trasformative proprie dell’Urbanistica applicate, attraverso strumenti tecnologici dell’informazione, in un contesto di governance.
In sintesi, si tratta di una disciplina che mira ad una progettazione legata al periodo storico che stiamo vivendo, da alcuni definito Antropocene – una nuova Era dalle ricorrenti crisi sindemiche – e che adotta un approccio rivolto ad ottenere: i) un abitare consapevole dei territori; ii) una riconciliazione con la natura che vada oltre la sua protezione; iii) un coinvolgimento degli abitanti, veri artefici della costruzione e del cambiamento dei luoghi; iv) una prospettiva di medio e lungo periodo che tenga conto delle impellenti sfide ambientali, climatiche, pandemiche.
Insomma, si tratta di un approccio che passa dalla partecipazione ad una democrazia interagente in grado di fornire un contributo immediato e continuo alla progettazione e trasformazione dei territori delle comunità locali. Va da sé che in questo contesto la co-progettazione è centrale e viene perseguita adattandosi alle differenti fasi progettuali, al servizio del dialogo tra attori istituzionali, progettisti, attori economici e comunità locali. Tale co-progettazione assume la forma giuridica del “Contatto D’Abitare”, che prevede ammende per chi viene meno ai diritti delle parti in causa grazie al coinvolgimento dei, i Geourbanisti.