Nello specifico i suoi obiettivi si declinano in:
- trasformare l’abitare in una “manifattura di urbanità”: conoscere il problema da risolvere ed analizzane la sua genesi per progettare facendo leva sulle potenzialità del luogo.
- assumere un nuovo rapporto con la natura nelle scelte progettuali non solo sostenibili ma anche più etiche, ritagliate sui saperi locali e quindi potenzialmente in armonia con i principi ambientali ed ecologici;
- rendere la co-progettazione un momento di scambio tra esperienze degli abitanti, dei progettisti, degli amministratori: l’abitante viene coinvolto sin dall’inizio in modo innovativo e diventa un esperto da coinvolgere nel processo decisionale interagendo con i diversi attori;
- assumere la reticolarità come valore aggiunto alla progettazione locale. Abbandonando l’idea di area e assumendo quella di rete, le risorse ambientali – culturali e naturali – sono viste sinergicamente e prospettate quali sistemi da valorizzare a livello turistico ed escursionistico.
- A tutte le scale, l’urbanità è un’esperienza, non un progetto: uno spazio urbano è un luogo prodotto a ogni istante e sul lungo periodo da tutti i suoi abitanti, effimeri o permanenti, detentori di potere o cittadini ordinari.